A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

venerdì 12 dicembre 2014

Penso sia di imput e una spinta leggere il commento che pubblico al post precedente: "Lettera..."

Antonella -
Ciao Lorenzo,
anche io come te sono dislessica (oltre che ex studentessa liceale indirizzo socio-psicopedagogico) e mi è stata riconosciuta a 16 anni (ora ne ho 21), quindi ormai tardino. Nessuno si era mai azzardato a dirmi niente a riguardo, nonostante captassi qualche problema soprattutto alle superiori. Solo la professoressa di italiano del triennio si rese conto di questo ma invece di dirmelo personalmente si è confrontata con la professoressa di psicologia che me lo ha riferito in malo modo, davanti a tutti gli altri miei compagni e durante un’interrogazione dove ero io ad esser giudicata. Incompetenza o insensibilità? non lo e continuo a non saperlo. La cosa che mi ha fatto davvero tanto male è che nonostante io avessi portato una diagnosi a fine 3 anno non era sufficiente perchè i professori non sapevano ugualmente come aiutarmi, anzi, solo pochi mesi prima del diploma la professoressa di filosofia mi ha fatto notare il problema ed il fatto che non c’erano stati incontri tra i professori e gli specialisti che mi avevano seguito. La mia è stata classificata come dislessia recuperata (lavoro che ho fatto sin da bambina da sola, indipendententemente- cosa che mi dovrebbe render fiera-, compensandomi con la memoria) e denominata come Disturbo del linguaggio, con relative carenze in ambito linguistico e verbale. Ad ogni modo una cosa lieve ma evidente se uno è quanto meno conoscente o competenze in materia. Io son sempre riuscita a rispettare i tempi, magari facevo fatica ad assimilare un concetto ed a esprimerlo, ma comunque più o meno nella norma, alla fine nessuno mi aveva fatto notare il mio disturbo. Sai la cosa più brutta qual è? Sentirsi dire dalla professoressa di matematica, che ti ha seguita in tutto il percorso delle superiori,così: “tu hai buona tanta e volontà ma poi non hai altro..” e fare notare in sede di esame i miei errori sulla tesina anzichè aiutarmi! Cosa vuol dire questo? Tutt’oggi me lo chiedo!I professori non dovrebbero valorizzare le capacità di ogni alunno? E dire che stavo rinunciando agli studi per colpa della mia esperienza… ma l’università è diversa, la mia università è diversa e sono fiera di aver fatto questo passo!Io chiederei maggiore competenze da parte dei professori, maggiori aiuti, anche da un punto di vista umano!i voti alla fine sono relativi. Ogni individuo dovrebbe esser valutato in base a ciò che è stato acquisito valorizzando i contenuti, soprattutto se uno è dislessico. Non tutti lo fanno!

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