A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 8 ottobre 2014

Lo Screening per i DSA



Di Rossana Gabrieli (Rivista BES e DSA in classe) – La Legge 170/10 così recita all’articolo 3 comma 3, relativo alla diagnosi del disturbo d’apprendimento “È compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’articolo 7, comma 1. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA”.

L’accento viene posto chiaramente, in questo passaggio della legge, sulla necessità di un riconoscimento il più precoce possibile della eventuale presenza del disturbo d’apprendimento. Il punto di riferimento é sicuramente la buona prassi costituita dalla realizzazione di screening, volti a rilevare eventuali criticità. Intanto, chiariamo che con il termine screening “si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza (test predittivo)…”.

Alcune scuole sul territorio nazionale attuano progetti di screening, anche ricorrendo ad interventi di esperti del settore. Ciò che si cerca di verificare é la presenza di problematiche nelle attività di lettura, scrittura, comprensione. Meno diffusa risulta essere la pratica di rilevare le difficoltà emergenti in ambito logico-matematico.

In presenza di esperti a cui affidare gli screening, il riconoscimento di un eventuale disturbo di apprendimento viene affidata, di norma, a prove standardizzate, come le prove MT di lettura, scrittura e comprensione, come anche di calcolo (le prove AC/MT).

Uno dei punti critici per l’attuazione di tali screening, tuttavia, é proprio quello relativo a chi debba somministrare le suddette prove: tecnici oppure insegnanti? La risposta sembra essere quella intrapresa, qualche anno fa, tramite il Progetto «A scuola di dislessia» per la formazione specifica di insegnanti referenti DSA di ogni scuola.

Il progetto, nato dalla collaborazione fra l’AID, la Fondazione Telecom Italia e il MIUR, a seguito di un protocollo di intesa triennale sottoscritto nel luglio del 2009, puntava a creare una rete di docenti competenti in materia ed aggiornati, attraverso una Piattaforma E-Learning, nell’ambiente di apprendimento “Puntoedu”, nel quale era stato predisposto l’ambiente di formazione “Screening e dislessia”, con proposte di attività di sperimentazione per un’identificazione precoce dei DSA da parte dei referenti delle scuole di ogni ordine e grado di tutte le regioni italiane.

Le conseguenze sono state positive nell’immediato, avendo creato un’apposita figura in ogni istituto scolastico in grado di guidare una specifica attività di individuazione precoce di un possibile disturbo. Purtroppo, il Progetto si é interrotto dopo il triennio stabilito, mentre sarebbe stato auspicabile proseguire.

È bene, ad ogni modo, chiarire al riguardo quanto già sottolineato dall’articolo 3, comma 3: le attività di individuazione del problema NON costituiscono diagnosi, la quale spetta solamente agli specialisti. Questo dovrebbe portare gli insegnanti ad essere particolarmente accorti nel momento della comunicazione con le famiglie, in merito all’emergere di problematiche di letto-scrittura.

Sarebbe del tutto scorretto, infatti, parlare, in base agli esiti di prove di lettura e/o scrittura di “presenza di dislessia o disgrafia o disortografia”, poiché tali termini sono, lo ribadiamo, di stretta competenza degli esperti del settore.

Al contrario, ciò che il docente, che sia esso il coordinatore o il referente dipenderà dalle scelte della scuola, dovrebbe riferire ai genitori é semplicemente la presenza di criticità relative alle abilità scolastiche indagate, consigliando un invio alle strutture competenti. Avendo fatto questo, la scuola avrà risposto pienamente alle indicazioni di legge.


Servizio di consulenza gratuito su BES e DSA su argomenti di carattere didattico e normativo. Risponderà Rossana Gabrieli. Invia il tuo quesito a redazione@orizzontescuola.it

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