A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

venerdì 4 maggio 2012

Le novità dal 2013/2014, per ora no ai quiz nazionali alla maturità

ROMA - Piu' meterie (oltre all'italiano e alla matematica ci saranno anche le discipline scientifiche e l'ing...
lese) e test svolti con l'uso del computer. Cosi' cambieranno le prove Invalsi (i quiz nazionali standardizzati che misurano la preparazione dei nostri studenti), a partire dal 2013/2014. L'uso del computer servira' per rendere piu' agevole il test, ma anche per consentire ai docenti di inviare i risultati piu' rapidamente all'Istituto di valutazione e ricevere piu' in fretta le elaborazioni degli esperti. E a partire dall'anno prossimo saranno rafforzati i sistemi di controllo sullo svolgimento delle prove, per evitare che i prof diano una mano falsando i risultati. Mentre chi si rifiutera' di partecipare sara' segnalato agli uffici del ministero. Nessuna novita' in vista, ad oggi, per la maturita'. Non ci sono ancora tempi certi sull'approdo del quiz Invalsi all'esame. Secondo i tecnici "sarebbe necessario" ma l'ultima parola spetta al ministro Profumo e non e' ancora arrivata. A fare il punto sul prossimo triennio di attivita' dell'Istituto di valutazione, Paolo Sestito, commissario straordinario Invalsi e Roberto Ricci, Responsabile del Servizio nazionale di valutazione, stamattina, in una conferenza stampa a Roma.

Le prove Invalsi quest'anno coinvolgeranno oltre due milioni di ragazzi dalla primaria alle superiori. Il calendario prevede prove scritte in italiano e matematica il 9 e l'11 maggio alla primaria (classi II e V), il 10 maggio in I media, il 16 maggio in II superiore e il 18 giugno all'esame di terza media.

Quest'ultima, ricordano dall'Invalsi, sara' l'unica prova che pesera', per legge, sul volto finale degli studenti. Negli altri casi non c'e' obbligo: saranno le scuole a decidere se inserire i risultati nella valutazione finale.

Le prove "consentono alle scuole- ha ricordato Sestito- di confrontarsi con se stesse, di guardarsi allo specchio per migliorare". Anche per questo quest'anno l'Invalsi "accelerera'" la riconsegna dei dati e distribuira' un vademecum per la lettura agli insegnanti che avranno piu' informazioni: non solo i risultati dei ragazzi, ma anche dati di contesto e sulle eventuali anomalie registrate durante lo svolgimento dei test.

LE PROVE DI MAGGIO - Resta ferma l'impostazione del 2011 (stesse materie, stessi tempi di svolgimento), ma "nel caso della matematica si dara' piu' spazio agli aspetti argomentativi- ha spiegato Ricci- e ci saranno piu' elementi di competenze nella comprensione del testo". Si dovranno desumere piu' informazioni dai brani, in pratica. Il rapporto sui risultati delle prove sara' presentato il 20 luglio. Sara' piu' ricca, stavolta, la gamma di dati sul background dei ragazzi (ambiti familiari e sociali). Le scuole potranno decidere se rendere note le informazioni o tenerle per loro.

COMPUTER E NUOVE MATERIE, NEL 2013/2014 LA SVOLTA - Quest'anno non si fara' in tempo ad introdurre grosse novita', hanno confermato dall'Invalsi, ma gia' si lavora ad un "piano triennale- ha detto Sestito- di rafforzamento della valutazione".

Traduzione: si esploreranno altri "ambiti", altre materie. Si faranno test, in via sperimentale, in inglese e nelle "discipline scientifiche". Per l'inglese ci sono gia' 2mila ragazzi di terza media che stanno partecipando ad una mini-sperimentazione. Si dovranno poi coprire "altri momenti del percorso scolastico perche' ci sono buchi di conoscenza nel sistema". Ovvero andranno coinvolte "a campione e non in modo censuario" piu' classi.

L'Invalsi punta su un rafforzamento nella scuola primaria fra la seconda e la quinta e alle superiori. Alle medie si dovrebbe andare verso una "semplificazione" con prove solo a campione in prima (e non censuarie, ovvero estese e a tutti). Sempre nel 2013/2014 si comincera' ad usare, almeno nelle classi campione, il computer per fare i test. "il che- chiarisce Sestio- aprira' anche a nuove possibilita' di esplorazione nella sua composizione". I risparmi ottenuti dalla semplificazione del sistema serviranno per "aumentare i controlli sia durante lo svolgimento delle prove- ha continuato il commissario- che sui risultati attraverso al ricorrezione".

CHI NON PARTECIPA SARÀ SEGNALATO - Da quest'anno con il decreto semplificazioni scatta l'obbligo di svolgere le prove. L'Invalsi segnalera' le "anomalie" quindi anche la mancata partecipazione ai dirigenti scolastici e agli uffici territoriali del ministero.

2 maggio 2012

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «
www.dire.it»

Visualizza altro
www.dire.it
Agenzia di Stampa DIRE

Invalsi, docenti e studenti minacciano il boicottaggio

Cobas e Gilda ed alcune associazioni studentesche promuovono la rivolta contro le prove dell'Istituto nazionale di valutazione per verificare i livelli di apprendimento degli studenti

di
Test Invalsi, il boicottaggio corre sul web. Anche quest'anno le prove messe a punto dall'Istituto nazionale di valutazione per verificare i livelli di apprendimento degli studenti sono precedute da polemiche e minacce di boicottaggio.
 
oltre 2 milioni di studenti, coinvolgendo 115.000 classi in 15.000 scuole.
Si comincia il 9 maggio con la prova di lettura per la seconda elementare e quella d'Italiano per la seconda e la quinta. Il 10 maggio toccherà alla prima media: Italiano e Matematica e Questionario dello studente. L'11 Matematica per la seconda e la quinta elementare che dovrà compilare anche il Questionario. Infine la giornata che promette di essere la più calda, il 16 maggio, quando saranno gli studenti del secondo anno delle superiori a dover affrontare le prove di Italiano, Matematica e il Questionario.
A promuovere la rivolta contro i Test Invalsi ci sono i Cobas, Gilda e alcune associazioni studentesche come l'Uds, l'Unione degli studenti, che da settimane anche attraverso i social network hanno lanciato un tam tam per coinvolgere il maggior numero di persone nel boicottaggio del test, ovviamente rivolgendosi agli alunni delle superiori.
Le ragioni del boicottaggio sono molto diverse per docenti e studenti. Nessuno mette più in dubbio la necessità di verificare in qualche modo la preparazione dei ragazzi visto che tale verifica viene fatta nella maggioranza dei sistemi scolastici avanzati e soprattutto in quelli che poi puntualmente si piazzano in testa alle classifiche Ocse. Le critiche dunque si concentrano sulle modalità di svolgimento e sui contenuti dei test.
Cobas e Gilda ad esempio invitano i docenti a boicottare lo svolgimento dei test prima di tutto perchè si tratta di un lavoro in più che non spetta, sostengono, ai professori se non dietro una retribuzione aggiuntiva. Oltretutto il contratto non prevede l'adempimento di un simile obbligo dunque, insistono i sindacati autonomi, i docenti non sono tenuti ad "obbedire" all'eventuale richiesta del dirigente in questo senso.
Ben diverse le motivazioni degli studenti che respingono soprattutto la compilazione del Questionario dello studente, che, denuncia l'Uds, contiene dati "sensibili" che concorrono ad una vera e propria schedatura dei singoli alunni. Il questionario è anonimo ma contraddistinto da un numero che secondo l'Uds poi permetterebbe di risalire all'identità del ragazzo che in questo modo vedrebbe violata gravemente la sua privacy. «Valutati non schedati», è lo slogan lanciato sul web dall'Uds, che promette assemble e tentativi di paralizzare le lezioni nella giornata del 16 maggio anche per protestate contro gli annunciati nuovi tagli alla scuola previsti dalla spending review del governo Monti.
Anche l'anno scorso sindacati e studenti tentarono di fermare i test senza grandi risultati però. All'indomani dello svolgimento delle prove si scatenò comunque la solita guerra di cifre: boicottaggio riuscito per gli anti -Invalsi, fallito invece secondo il ministero dell'Istruzione.
Un sondaggio condotto pochi giorni fa dalla rivista di settore Tuttoscuola ha rilevato in generale un atteggiamento favorevole verso i test Invalsi, ritenuti oramai necessari, inriferimento non soltanto a quelli inseriti come prova aggiuntiva per superare gli esami di terza media, e dunque obbligatori, ma anche a quelli annuali che servono soltanto a misurare i livelli di apprendimento.
Sembra davvero difficile che la scuola possa tornare indietro rispetto all'introduzione sempre più massiccia dei test di valutazione anche se è invece auspicabile che vengano migliorati ed affinati senza assumere un carattere "punitivo" nè nei confronti della scuola nè nei confronti degli alunni, diventando piuttosto un valido strumento per progredire e migliorare la qualità dell'istruzione.
É già in cantiere infatti un progetto che vede un arricchimento delle prove che potranno essere anche svolte sul pc.

mercoledì 2 maggio 2012

Anche USB aderisce allo sciopero prove Invalsi

Home
red - Sbagliate sul piano didattico - Le prove Invalsi rispondono ad un obiettivo di standardizzazione degli insegnamenti e degli insegnanti e sono chiaramente uno strumento per una valutazione impropria e differenziata delle scuole, in quanto non fanno altro che fotografare le differenti condizioni di partenza degli alunni e dei diversi contesti con cui gli insegnanti si devono confrontare.
Oltretutto l’Invalsi non tiene assolutamente conto degli alunni con difficoltà di apprendimento e di altra cultura e men che meno degli alunni diversamente abili, che invece influenzano enormemente le scelte didattiche che si effettuano nelle classi in cui questi insegnanti e bambini si trovano ad operare.
Inutile nascondersi: è uno strumento per attaccare gli insegnanti - Le prove Invalsi diventeranno lo strumento privilegiato per l’applicazione del sistema a “fasce”, voluto da Brunetta.
Oltre a tutte le dichiarazioni di parte governativa dello scorso anno, la scorsa estate abbiamo assistito alla lettera della BCE e alle risposte del governo che indicavano lo strumento della valutazione Invalsi per diminuire il debito pubblico. E come pensate che intendano diminuirlo? Con tagli di stipendi e chiusura delle scuole non “meritevoli”, è chiaro. Tra febbraio e marzo, la maggioranza dei Collegi Docenti ha bocciato il progetto Vales che intendeva creare una vetrina dorata per i quiz invalsi; ora numerosi Collegi votano mozioni in cui ci si rifiuta di prestarsi al gioco del Ministero, ribadendo la non obbligatorietà per i docenti della somministrazione e correzione delle prove (se proprio ci tiene l’Invalsi manderà il suo personale ad eseguirle, ma almeno non forniamogli la nostra collaborazione, oltretutto gratuita).
In molte scuole abbiamo assistito negli ultimi anni alla rassegnazione verso il “circo” Invalsi, al punto che tantissimi colleghi hanno svolto il superlavoro legato alla correzione delle prove in modo gratuito, senza batter ciglio. Purtroppo vediamo come la propaganda del potere stia avendo alcuni effetti. Alcuni docenti infatti hanno addirittura invitato le famiglie ad acquistare eserciziari per affrontare i quiz. Ma l'esperienza sulla rilevazione dello scorso anno ha chiarito che tali esercitazioni non cambiano di una virgola i risultati, visto che le prove non fanno altro che fotografare la situazione individuale dell'alunno su capacità personali.
Se nella vostra scuola siete in pochi a voler intraprendere questa forma di resistenza, non vi fate scoraggiare: alla fine conterà il dato globale di insegnanti che si sono rifiutati in tutta Italia e sarà il primo passo, necessario per dare forza a tutti gli altri il prossimo anno.
Chiarito una volta per tutte che non siamo obbligati a somministrare e correggere le prove ne tanto meno a prestare servizio in una classe diversa dalla nostra, nel caso in cui non si sia riusciti ad ottenere una delibera da parte del Collegio dei Docenti di non partecipazione della scuola, ci si può muovere in diversi modi a seconda dei diversi casi:
1) Quest'anno sarà più facile il primo boicottaggio – E' stato proclamato uno sciopero, al quale anche l'USB ha aderito, che coinvolgerà tutti i giorni indicati per la somministrazione dei quiz, tranne il giorno 11, quando sono previste le prove di matematica alla scuola primaria (a causa delle limitazioni inflitte dalla legge antisciopero). Chi fosse indicato come somministratore, potrà così dare un forte segnale di dissenso, non presentandosi al lavoro e mettendosi in sciopero. E’ chiaro che i colleghi che useranno questo strumento dovranno assolutamente astenersi dal comunicare le proprie intenzioni (comportamento assolutamente legittimo, in base alla normativa). Tutti gli altri potranno comunque scioperare, ma se decidono di non farlo, devono essere fermi nel rifiutarsi di sostituire personale in sciopero (assolutamente vietato). Immaginiamo infatti che, presi dal panico, diversi dirigenti
cercheranno di far pressioni in tal senso ai colleghi che non scioperano.
2) 11 maggio e eventuali rinvii delle prove - Sappiamo che i dirigenti, in spregio delle regole di qualsiasi rilevazione statistica, cercheranno di riproporre i quiz in un altro giorno.
Nel caso in cui il dirigente emani una circolare nella quale si comunica che nei giorni previsti si svolgeranno le prove e le modalità organizzative della somministrazione (prevediamo sia il caso più frequente), inviamo una
lettera nella quale comunichiamo la non disponibilità a somministrare e correggere le prove nella nostra o in altra classe
A questo punto il dirigente può inviarci un Ordine di Servizio formale al quale dovremo rispondere con un Atto di Rimostranza che blocca l’esecutività dell’Ordine di Servizio. Il dirigente potrà allora reiterare l’Ordine di Servizio e noi saremo costretti ad eseguirlo, ma avremo comunque creato disagio all’amministrazione e, dove i colleghi saranno disponibili, presenteremo ricorso contro un Ordine di Servizio che ci obbliga a svolgere funzioni non previste dalla legge e dal Contratto Collettivo. In tal modo il prossimo anno ci penseranno due volte prima di emanare a cuor leggero e con arroganza simili Ordini di Servizio. Ricordiamo che lo scorso anno in nessuno dei casi da noi esaminati i dirigenti hanno reiterato l'ordine di servizio.
Spesso capita che non arrivi un ordine di servizio canonico, ma una semplice circolare che indica come dovranno svolgere il servizio i docenti delle classi interessate dai quiz. Questo è a tutti gli effetti un ordine di servizio. In questo caso è inutile inviare la lettera di non disponibilità e conviene procedere direttamente con l’atto di rimostranza.
2) Nel caso in cui non sia pervenuta alcuna disposizione circa la somministrazione delle prove, basterà non somministrarle e svolgere il nostro normale servizio in classe.
In ogni caso, comunicateci ogni eventuale difficoltà per permetterci di intervenire tempestivamente.
Ci rendiamo conto che vi proponiamo uno scontro frontale, scomodo da sostenere specie se non si è tutti compatti, ma la difesa della scuola pubblica e delle nostre condizioni di lavoratori non si ottengono solo andando ogni tanto in piazza il sabato o la domenica, ma assumendosi responsabilità. Nessuna delle conquiste ottenute negli ultimi 60 anni dai lavoratori è stata gratuita; è ora di fare la nostra parte.
- lettera di non disponibilità
- atto di rimostranza