A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

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mercoledì 12 ottobre 2011

Stipendi, merito, bocciati le nuove favole di Gelmini

IMG tratto da l'Unità
Devo esprimere, nonostante tutto, gratitudine al giovane Ministro. E’ vero, ha eliminato lo studio del Diritto e dell’Economia nelle scuole superiori e l’ha fatto proprio nel momento in cui risulta più evidente quanto improvvida sia stata la scelta . E’ vero, non ha attivato l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nel momento in cui la Carta è la più citata da tutti, destra, sinistra e centro, come la fonte da stravolgere o da avere come riferimento, a seconda degli orientamenti, per il progresso del Paese reale.

Però la giovane scrittrice di favole ha un cuore e, nel mio caso, mi ha salvato. O per lo meno ha salvato la mia seconda passione dopo il Diritto e la Costituzione. Il venerdì è il giorno in cui comincio a pensare al contenuto degli Spicchi e questa settimana ero già rassegnato a saltare un giro. Non riuscivo a “chiudere” il pezzo. Anche perché nei giorni precedenti si era fatto il pieno. Di fanta-tunnel, di dimissioni e di statistiche sui bocciati un po’ farlocche. Ma chi ha a cuore le sorti dei giovani e del Paese come il giovane Ministro poteva saltare un giro? Mai sia detto. Ed allora dagli sotto, sabato scorso, con una intervista a, il giovane Ministro si è veramente superato. E gli Spicchi sono salvi ancora per questa settimana. Anche perché c’hanno pensato gli studenti, con le loro manifestazioni di venerdì, a dare la sveglia alla giovane scrittrice di favole. “Erano 50.000, l’ha detto il Ministero dell’Interno, ma il fatto merita rispetto”. Il fatto merita rispetto, ha detto il giovane Ministro. Sono saltato sulla sedia, se questo è l’incipit, mi sono detto, alla fine della lettura dell’intervista magari arriva l’annuncio delle dimissioni. Di Gelmini, non di Zennaro (v. Spicchi precedenti). “Facciano loro i valori del merito, coltivino l’eccellenza, altrimenti sono condannati all’impoverimento”. Ahi, tre frasi dopo ci siamo ricascati.

E’ la Gelmini di sempre, quella che conosciamo, quella che parla di merito agli studenti e nomina il suo portavoce Zennaro, che ha un curriculum cortino, cortino, cortino, chi vuole se lo legga sul sito del Ministero, addirittura Direttore generale del MIUR e dice nell’intervista “Non c’è motivo di allontanarlo anche da lì….”. Per lei è come nelle favole dove, absit iniuria verbis, un brutto anatroccolo può pure diventare cigno. Solo che lì, nelle favole, non evocano il merito. Sono favole e basta. “No, basta i tagli sono finiti….” Come tagli? Ma finora la giovane scrittrice di favole non c’aveva raccontato che i tagli era il termine dei “comunisti”, che non erano tagli ma scelte inevitabili per una scuola di qualità? Non c’aveva raccontato che gli insegnanti erano troppi e che per pagarli come in Europa bisognava farne fuori un bel po’? “Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi”. Ahi , ahi, ahi niente stipendi europei, ecchècavolo c’è la crisi, ma in compenso ci vuole dare la paghetta.

Solo che a leggere la frase viene un dubbio atroce. Perché il giovane Ministro dice “un sistema di incentivi basato sui test Invalsi” e vuoi vedere che ci incentiva regalandoci i volumi dei test Invalsi? Certo sono sempre meglio dei volumi col quizzone del concorso a Preside, ma Ministro, l’ha detto il suo collega “tagliatore”, con la “cultura” non si mangia. E poi i test ed il quizzone sono pure un po’ indigesti. Come il cavolo e i peperoni fritti. L’intervista sta per finire e comincia l’apoteosi. Come Napoleone insomma. L’intervistatore dice al giovane Ministro: “da quattro anni non rendete pubblici i dati dei bocciati”. “Li ho visti ieri, tra una settimana saprete tutto” risponde la giovane scrittrice di favole. E’ Waterloo. Ma non quella dei libri di storia chè lì finisce male. No, è l’altra Waterloo

lunedì 10 ottobre 2011

La protesta giusta dei ragazzi.

Tagli finiti? Rimane solo da tagliare il ministro. -                           da
 

Lei dice: “Pronta ad ascoltare la protesta dei ragazzi” Loro non ti credono, è troppo tardi, cara ministro. Questi ragazzi non possono più ascoltare te.
Lei dice: “I ragazzi ormai parlano di altro, cose più grandi di me: economia, crisi economica globale, che c’entra? Non riguardano il mio ministero. La protesta verte su altro”. Sono più preparati di Lei, cara ministra, i livelli cognitivi delle nazioni sono strettamente correlati con il loro sviluppo economico e le linee politiche ideali dei paesi crescono e nascono nelle scuole. Se tocchi le scuole tocchi immediatamente politica ed economia, come il solletico. I ragazzi, i nostri alunni, noi, lo sappiamo benissimo. Lei, che di scuola non ne sa nulla, non ne ha nemmeno idea. La loro, la nostra  non è la difesa del passato ma la salvaguardia dell'avvenire: chiediamo un presente accettabile per un futuro migliore. Le diamo una notizia: non va tutto bene, nelle scuole si vive ogni giorno uno stato di inadeguatezza tale e di difficoltà tale da rendere sempre più difficile la trasmissione della conoscenza e l'acquisizione delle competenze. Puo' negare, far finta di nulla, minimizzare. Noi no. Noi, studenti e docenti, nella scuola ci stiamo. E' la nostra vita. Non è la sua.
Lei dice: “Sia i ragazzi che i professori vogliono difendere rendite di posizione, vogliono tornare indietro”. No mia cara, viaggiano alla velocità dei neurini: ragionano in modo glo-cale, comunicano sul web,  ridono di fronte al suo grembiulino e all’elogio della nota sul registro di segno trapassato remoto, partecipano attivamente al mondo che li circonda cambiandolo, si informano, leggono, studiano, costruiscono, si relazionano. Noi,  cara ministra, siamo già oltre le rendite di posizione, tutte, compresa la sua. Parliamo di diritti, di sfide, di qualità, di laboratori,di futuro e non di passato. Non ci offenda: difendiamo i diritti. L’unica che sta difendendo una rendita di posizione immeritata è Lei.
Lei dice: “Il MIUR spende il 97% della spesa in stipendi, gli insegnanti sono troppi”. Questo deve fare, cara ministra, il Ministero, mica cos’altro. Con le scuole autonome e la riforma del titolo V della Costituzione, la gestione e l’amministrazione delle scuole, con relative spese, è affidata agli enti locali, gli stipendi allo Stato. Troppi insegnanti? lo ripeteremo come un mantra: troppi rispetto a quanti allievi? Nel conteggio dei docenti italiani si sommano gli insegnanti di religione (pagati da tutti gli italiani, compresa me che non professo religioni) e i docenti di sostegno (negli altri paesi sostenuti dai ministeri della sanità), tolti dal conteggio totale questi,  i docenti italiani in rapporto agli alunni sono di meno che negli altri paesi europei. Dica agli italiani di far meno figli o di non mandarli a scuola dunque, ma non che i docenti sono troppi. E poi: la nostra scuola elementare, che aveva “più docenti”, era un eccellenza mondiale. Abbiamo paura di essere primi nel meglio ogni tanto? La qualità si paga. Ma meno dell’ignoranza a cui li sta condannando.
Lei dice: “C’è la crisi, i tagli erano necessari. Non ho potuto oppormi, adesso però basta, Tremonti ha capito”. I tagli erano necessari, certo, ma non nella scuola e nella ricerca. Erano necessari negli sprechi, erano necessari nelle spese militari e lei poteva fare molto: dimettersi per protesta. Per non difendere l’unica rendita di posizione che vediamo difendere davvero: la vostra.
Lei dice: “Stiamo trovando 400 milioni di fondi per l’edilizia scolastica”. Ridiamo o piangiamo? Dopo la tragedia di Rivoli e di Torino è venuto fuori che la maggior parte degli edifici dove noi insegnanti lavoriamo (per difendere rendite di posizione) e dove i nostri figli stanno per metà delle loro giornate (a lamentarsi ingiustamente a detta sua) sono a forte rischio e avrebbero bisogno di uno stanziamento di 7 miliardi circa di euro per essere messi a norma. “Stiamo trovando”?????????? Ancora???????? Siamo all’alba di un nuovo mondo? E i fondi CIPE e FAS che già erano stati stanziati per questo e che avete dirottato per sanare Alitalia, per pagare le quote latte, per incensare qualche leghista col dito medio mobile? Ma davvero pensa che tutti siano un po’ scemi e un po’ incompetenti?
Lei dice: “I docenti son pagati poco è vero, non riusciremo ad aumentare gli stipendi (non dovevano venir fuori dai tagli?), ma agganceremo degli incentivi ai risultati delle prove nazionali di valutazione dei ragazzi (i test invalsi)”. Ma che meraviglia! E tutti i docenti che lavorano in situazioni di degrado e nelle immense periferie? Quelli che già è un miracolo se riescono a tenere i ragazzi a scuola togliendoli dalla strada? Quelli per cui è più importante il progresso effettuato che non l’esito raggiunto nel recuperare gli ultimi? Quelli i cui allievi i test invalsi non possono raggiungere i livelli di ragazzi più fortunati? Che facciamo con questi docenti? Li puniamo per servire lo Stato là dove nessuno vorrebbe? Cara ministra, Lei non ha capito niente dell’Italia. L’Italia che vuole recuperare gli ultimi, oltre che gratificare i primi. E che ci voglia più fatica nel recuperare gli ultimi, piuttosto che gratificare i primi, lo capisce persino un bambino.
Lei dice “Sono depressa in questi giorni, non sono stata capita”. Pensi noi, cara ministra, l’unica a non capire quello che ha fatto è lei, noi la abbiamo capita benissimo. Sulla nostra pelle, sul nostro lavoro, sulla nostra istruzione.
Lei dice: “Sono pronta ad ascoltare la protesta e i ragazzi”. Tempo scaduto. I ragazzi non sono più pronti ad ascoltare lei, ha rubato loro tre anni di vita, di scuola e di educazione. Noi docenti non siamo più pronti a sentire lei. Speriamo solo che se ne vada, non perché “ogni riforma è stata osteggiata, ieri come oggi” ma perché Lei è riuscita là dove tanti non erano arrivati: far vincere il demerito assoluto contro il merito. Adesso basta. Siamo insegnanti, siamo docenti, ne capiamo più di Lei di voti e di pagelle. Il voto a Lei è assolutamente insufficiente e, come si dice degli allievi peggiori, "non permette il regolare svolgimento della lezione e dunque ne motiviamo l'allontanamento dalla classe".
Lei dice: “Non ho mai pensato di dimettermi”. Dopo errori, tagli, strafalcioni amministrativi, concorsi banditi male, dichiarazioni ridicole, dati occultati, ricorsi persi…La preghiamo, non difenda più questa rendita di posizione indifendibile. La stiamo pagando troppo cara. Se ne vada. Ascolti davvero, se ne vada.