A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

A.A.A. - D.S.A. - Dislessia, un limite da superare

venerdì 1 luglio 2011

La letteratura inglese e la dislessia

da Zazienews
La letteratura inglese e la dislessiaNon avevo mai letto Sussurri tra le tombe di Teresa Breslin, vincitore della Carnegie Medal nel 1994, ospitato nella collana Junior Horror di Mondadori nel 1999. La copertina di Davide Toffolo, di stampo davvero horror, contribuiva a marcare un aspetto che nel romanzo è davvero marginale in quanto il tema del romanzo è la dislessia. Solomon è dislessico e insieme a questo fardello porta sulle sue giovani spalle il peso della sua condizione sociale, di una famiglia in frantumi e di una scuola raccapricciante. Teresa Breslin è straordinaria nel presentare al lettore il dolore, il peso, la fatica di crescere in queste condizioni. Quale via d’uscita per un ragazzo in queste condizioni? La statistiche parlano di un tasso considerevole di suicidi fra i dislessici, Solomon potrebbe prendere la via dell’alcol (come il padre) o trovare riposo nel paradiso della droga. Solomon trova un po’ di pace nell’antico e silenzioso cimitero: “Tocco una lapide su cui sono incise due corna d’ariete e due cucchiai incrociati: qui è sepolto uno stagnino. Tutte le sculture e le decorazioni hanno un significato, qui... Vorrei che le parole scritte su un foglio fossero altrettanto facili da leggere e da capire...” Il Prof Watkins lo sbatte spesso fuori. “Prende il mio quaderno e lo lancia in aria. Mi sta bene, scrollo le spalle e tiro su lo zaino: Peter fa una smorfia mentre gli altri rimangono a occhi bassi. Uscito io, Watkins cercherà un nuovo bersaglio, forse una delle ragazze, forse. Melanie Wilson. Mi fa un piccolo cenno di solidarietà mentre le passo accanto: Povera piccola Melly, sarà in lacrime prima che sia finita la mattinata.” Poi arriva la signora Talmur a prendersi cura di Sol: “Hai avuto la signora Webber, vero? Per tutti gli anni passati.
La letteratura inglese e la dislessia
Ti sei seduto sempre nello stesso banco, tutti gli anni, diciamo questo, il quarto banco? Lei faceva leggere tutti esattamente nello stesso ordine ogni mattina, perciò quello che dovevi fare era trovare qualcuno che ti leggesse la quarta frase per poi memorizzarla”. Tanti sono i trucchi di un dislessico, ma chi non sa o non vuole usarli lascia presto la scuola. E’ capitato al poeta e scrittore rasta Benjamin Zephanjah, le cui poesie sono divenute popolarissime e il suo romanzo Al di là del volto era stato pubblicato dalla casa editrice EL. Benjamin ha lasciato la scuola a tredici anni, dalla strada è finito in galera, poi la musica, la poesia e la letteratura lo hanno salvato. Dal suo sito dialoga con i dislessici che hanno la forza di raccontarsi.
Grazia GottiLa letteratura inglese e la dislessia

La Flc Cgil per un minor peso della prova Invalsi per la licenza media

Mentre gli esami di terza media volgono al termine la Flc Cgil ha lanciato un appello per modificarli, con particolare riferimento alla prova Invalsi, quella nazionale uguale per tutti. Per il sindacato non può avere lo stesso peso delle altre prove nella valutazione dei ragazzi.
L'appello è rivolto al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, al presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, al Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani, al presidente della Commissione Istruzione Pubblica e Beni Culturali del Senato Guido Possa, al presidente della commissione Cultura, Valentina Aprea.
Nella lettera che lo accompagna si sottolinea "l'incongruenza pedagogica e normativa del meccanismo globale per la costituzione del voto finale dell'esame di Stato della Scuola secondaria di primo grado". Sotto accusa la "prescrittiva media aritmetica tra giudizio d'ammissione, prove scritte e prova nazionale Invalsi".
Per la Flc e i firmatari ai danni dei ragazzi si consuma una "ingiustizia": "un voto di ammissione, che rispecchia una valutazione di tre anni ed un percorso globale, individualizzato e personalizzato, che ha attraversato gli otto anni del ciclo primario, è messo sullo stesso piano di una singola prova scritta o di una prova orale".
L'appello parla di "distorsione della prassi valutativa, in quanto l'elaborazione di un giudizio che tenga conto dell'insieme delle reali competenze acquisite dallo studente, come richiesto dallo stesso ministero, non può basarsi su calcoli di tipo statistico". Si chiede inoltre di eliminare la prova dall'esame.
Infine, si legge, "va considerato che, con ben tre o quattro prove scritte, una prova nazionale Invalsi che insiste sempre su lettere e matematica (già valutati in altre singole prove scritte) ed un colloquio d'esame, gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione risultano più impegnativi di qualsiasi altro esame dell'ordinamento scolastico e non rispecchiano tempi e modalità pedagogiche proprie di tutto il ciclo primario. Per queste ragioni chiediamo che tale ingiusto meccanismo venga radicalmente modificato".

Si parla di Dislessia a Superquark, speriamo lo capiscano

giovedì 30 giugno 2011

Manovra. Il giallo dei posti di sostegno

Dalle indiscrezioni che si susseguono sulla manovra finanziaria che nelle prossime ore verrà varata dal Consiglio dei Ministri sembrano emergere, per fortuna, pochi interventi sostanziosi sulla scuola. Il sistema di istruzione, in effetti, ha già dato con la manovra del 2008, ma, ad ogni buon conto, è meglio attendere il testo definitivo per vedere se davvero il sistema di istruzione è stato soltanto sfiorato dalla manovra.  
Nella bozza della manovra si legge, tra l’altro, che “a decorrere dall'anno scolastico 2012/13 le dotazioni organiche del personale docente, educativo ed ATA della scuola non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche dello stesso personale determinata nell'anno scolastico 2011/12”. Qualcuno si è già stracciato le vesti per questo passaggio del testo, ritenuto punitivo per la scuola in quanto non solo non prevede aumento di posti, ma nasconderebbe l’intenzione di ridurre quelli esistenti. Ci sembra una tesi un po’ azzardata, ma la relazione tecnica che identifica i risparmi attesi dalla manovra servirà da chiave interpretativa.    
C’è anche un passaggio che riguarda i docenti di sostegno. Dopo aver confermata la norma, già varata dalla finanziaria Prodi per il 2008 che prevede in media un rapporto di un docente di sostegno ogni due alunni disabili, la manovra prevede, a quanto sembra, che in ogni caso a ciascun alunno disabile non potrà essere assegnato più di un insegnante di sostegno.
Francamente ci sembra una limitazione discutibile senza rilevanza finanziaria.
Ci sono casi di alunni disabili che, per effetto di sentenze di tribunali o per gravità dell’handicap, si avvalgono di due docenti di sostegno (ad esempio in classi a tempo pieno). Ma sono casi limite che probabilmente si possono quantificare nell’ordine di alcune decine o forse un centinaio al massimo.
Possibile che la manovra si attardi su questi aspetti minimali che avrebbero scarso peso finanziario e molta incidenza politica negativa, visto che colpisce i disabili?

L’homeschooling e la valutazione degli apprendimenti

tratto da paperblog
L’HOMESCHOOLING E LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI
A fine dell’anno riflessione generale sulle valutazioni a scuola, compresa la contestata prova INVALSI. Una tristezza infinita, poi, quando ascolto storie di adolescenti dislessici bocciati, una, due volte…
E per chi fa homescooling? Certo, nessun problema! Ma come si fa, realmente, homeschooling. E’ una scelta che possono fare tutti? Tutti i genitori che possono dedicare il loro tempo ai figli in modo quasi esclusivo! Per dei genitori che lavorano questo non è possibile… Eppure in America il fenomeno dell’homeschooling è in forte crescita: non mandare i figli a scuola fa spendere meno e con migliori risultati.
La mamma di Controscuola, amica blogger, ci racconta che non segue un curriculum “preconfezionato”, non dedica ore specifiche della giornata all’insegnamento, non trasforma la mia cucina in una classe.Piuttosto i genitori che fanno homescooling:

  • Incoraggiano i propri figli a trovare delle soluzioni creative ai problemi che devono affrontare, insegnano che la collaborazione è un ottimo strumento.
  • Ascoltano e di conseguenza rispondono alle domande con attenzione e precisione.
  • Trovano risorse e scoprono informazioni utili che permettano ai figli di approfondire i propri interessi, qualsiasi essi siano. In altre parole sostengono e alimentano le loro passioni.
  • Mostrano ai propri figli, tramite le loro azioni quotidiane, i benefici che si ottengono mettendo in pratica qualità morali quali l’amicizia, la responsabilità e l’onestà.
  • Condividono la gioia dell’apprendimento attraverso letture, dibattiti e ricerche.
E per la valutazione?
Un genitore che fa scuola familiare ha il proprio figlio sotto gli occhi tutto il giorno e non è sviato dal suo compito di osservatore come può esserlo invece un insegnante che, non solo ha una classe di venti o trenta bambini da seguire, ma che deve anche utilizzare molto del suo tempo per assolvere a compiti che non hanno nulla a che fare con l’educazione. Una neo mamma può facilmente descrivere i progressi del proprio bambino, il primo sorriso, i primi passi, una mamma homeschooler semplicemente continua a farlo!
Inoltre i bambini non sono automi che imparano a un ritmo costante. I progressi spesso arrivano dopo un periodo di immobilità o addirittura dopo un’apparente regressione. Se si valutasse un bambino prima del salto verso un ampliamento delle proprie conoscenze si rischierebbe di ricavarne un giudizio ingiusto e fuorviante. La crescita intellettuale di ciascuno di noi segue una strada personale e misteriosa, cercare di catturarla sarebbe un gesto immorale.
Approvo pienamente e voi?


mercoledì 29 giugno 2011

L'autismo raccontato da Gaia Rayneri

PIACENZA. «per rivendicare le emozioni distorte»

Una storia di mala giustizia all'italiana. E' stata questa la molla che ha spinto la scrittrice Gaia Rayneri a raccontare gli ostacoli in cui incappano le famiglie con un figlio disabile, denunciando le pressioni omologanti della scuola e della società. L'incubo vissuto in prima persona è narrato in "Pulce non c'è", romanzo uscito per i tipi di Einaudi tre anni fa e presentato ieri pomeriggio dalla giornalista Barbara Sartori all'auditorium di Santa Maria della Pace, durante un incontro organizzato dal tavolo di coordinamento della disabilità adulta del Comune in collaborazione con l'Azienda dei servizi alla persona. Come Giovanna, protagonista del romanzo, anche la venticinquenne autrice torinese è infatti sorella maggiore di una bambina affetta da autismo, anni fa allontanata dalla famiglia per presunte molestie sessuali subite dal padre. «Ma non volevo ricorrere all'autobiografia» ha precisato Rayneri durante la presentazione. Eppure solo l'esperienza vissuta direttamente, e conclusasi con la piena assoluzione del padre, avrebbe potuto trasmettere efficacemente «la cecità delle istituzioni verso la condizione degli autistici e l'idea utopistica di famiglia perfetta, che finisce però per devastare la famiglia vera». Un'accusa molto forte che nelle pagine del libro è edulcorata dall'ironia della protagonista, la tredicenne Giovanna, e dalla prospettiva deformante attraverso la quale vede la dolorosa realtà nella quale è immersa. Una figura resa con l'espediente del narratore inaffidabile, «un adolescente stralunato che con un linguaggio sgangherato svela quelle verità in cui altrimenti non ci si potrebbe addentrare». «La protagonista è triste quando dovrebbe essere contenta, come me - ha detto Rayneri - che di fronte ai tentativi di omologazione m'intristisco e sorrido di fronte alle tragedie». Una tragicommedia, dunque, che l'autrice ha impiegato per uscire dalle canoniche rappresentazioni della disabilità: «quella strappalacrime in cui questa condizione è relegata al puro dolore e quella più generosa del sensazionalismo, che descrive i disabili come grandi geni». Quello che appare in "Pulce non c'è" è invece «la rivendicazione alle emozioni distorte» propria di entrambe le sorelle, nessuna delle quali reagisce come le istituzioni si aspetterebbero.
Le pagine del romanzo saranno trasposte in un film alla cui sceneggiatura ha collaborato Rayneri, che al momento sta riscrivendo la prima stesura. Dopo la pubblicazione di "Ugone", libro per bambini pubblicato un mese fa da Rizzoli, la scrittrice è al momento al lavoro sul secondo romanzo, "Gender bender" che tratterà di differenze e discriminazioni in una società immaginaria nella quale si coglie tuttavia l'Italia di oggi.
Filippo Columella

Test Invalsi, se 2+2 fa 5 e i fannulloni sgobbano

Tratto dall'Unità
Il valutatore
Stavolta le eventuali critiche alla giovane scrittrice di favole non hanno ragion d’essere.
Le telefonate a Luigi Bisignani, di cui si è letto sui giornali, non solo sono legittime ma persino opportune.
Il giovane Ministro è favorevole alla valutazione ed ha fatto della meritocrazia il suo grido di battaglia.
Che problema c’è nel telefonare a Bisignani?
E’ uno che segnalava manager, valutava giornalisti come Santoro e faceva scrivere la lettera di licenziamento per il medesimo.
Ha anche dichiarato di essersi impegnato in favore di Ministri e Sottosegretari per i cui ruoli segnalava i migliori e le migliori.
Il problema non solo non c’è ma forse il giovane Ministro potrebbe persino nominare Bisignani a capo dell’organismo di valutazione.
A meno che nei prossimi mesi ed anni non abbiano entrambi altro da fare.

L’OFSTED de noantri ovvero se 2+2 fa 5
In effetti forse c’è qualche necessità di cambiamento all’Invalsi dopo l’ottima prova data con gli errori nelle griglie di correzione della prova nazionale agli esami di terza media.
Ne ha scritto già Mila Spicola ma è necessario commentare la risposta del giovane Ministro che ha reagito da par suo alle speculazioni dei soliti “comunisti”.
E’ una polemica ridicola su un fatto del tutto marginale “.
Il fatto marginale è che le griglie sbagliate determinavano un punteggio e quindi un voto non corretto.
E si badi che le segnalazione sul possibile errore sono partite dalle scuole.
Insomma prove oggettive con risultati non oggettivi ma soggetti alla determinazione di chi poteva decidere che 2+2 fa 5.
Cosa c’è di peggio della sciatteria?
Dopo il cambio di sesso dell’analisi del testo degli scorsi esami di Stato, il ”calcolo non del tutto corretto” come lo ha definito il giovane Ministro.
E se il “calcolo non (è) del tutto corretto” il voto finale sarebbe stato anch’esso “non del tutto corretto?”. O no?
Magari, però, l’avrebbero aggiustato con una leggina.
Ma se ne sono accorti prima i docenti, quelli costretti a fare, in qualche caso, la nottata per le verifiche successive.
I “fannulloni” insomma e magari anche qualcuno dell'Italia peggiore per dirla con Brunetta.

* * * * * * * *

Gli Spicchi precedenti

Il calendario gelminiano dopo quello gregoriano.
La giovane scrittrice di favole deve essere convinta di essere Ministro dell’Istruzione in un paese diverso dall’Italia.
In Italia l’anno scolastico inizia a settembre e finisce a giugno.
E’ ancora una delle poche certezze….
Ma la giovane scrittrice di favole fa emanare una circolare (la n.20) a marzo del 2011 (cioè a due mesi dalla fine dell’anno scolastico) in cui si prevede che le scuole debbano comunicare“….all’inizio dell’anno scolastico ad ogni studente e alla sua famiglia il relativo orario annuale personalizzato e il limite minimo delle ore di presenza complessive da assicurare per la validità dell’anno;(la istituzione scolastica) pubblica altresì all’albo della scuola le deroghe a tale limite previste dal collegio dei docenti”.
Insomma, nel primo anno di applicazione delle nuove norme sulle assenze alle superiori, il Ministro fa sapere a marzo 2011 che il settembre precedente le scuole dovevano informare le famiglie.
Ma non è finita qui.
Il 26 maggio , a due settimane dagli esami di terza media, la giovane scrittrice di favole fa la recidiva.
Fa sapere a fine anno, con l’ennesima circolare alle scuole medie che è obbligatoria, da quest’anno, la prova scritta per la seconda lingua straniera.
Sollevazione popolare delle scuole e persino della tranquilla ANP, l’associazione dei presidi.
Insomma vuoi vedere che dopo quello gregoriano ci sarà il calendario gelminiano, quello che prevede il futuro al passato?


Coerenza.
Il Ministro dell’Istruzione deve occuparsi istituzionalmente di educare le giovani generazioni alla partecipazione e al senso civico.
La storia della materia che non c‘è, Cittadinanza e Costituzione, è ormai nota da tempo.
Ora, però, c’è da registrare una interessante dichiarazione del Ministro Gelmini che ha tenuto a far sapere, con una presa di posizione pubblica, che non sarebbe andata a votare per i referendum.

martedì 28 giugno 2011

"Farfalla", progetto open source per aiutare i disabili a navigare sul web

Tratto da Redattore sociale

Una semplice e gratuita toolbar rende accessibili tutti i siti web. L’idea, che ha ottenuto il premio della giuria alla Microsoft Accessibility Challenge 2011 di Web4Access, è di Andrea Mangiatordi, assegnista di ricerca dell’Università degli Studi di Milano
MILANO. D'ora in poi, navigare su internet per le persone con disabilità sarà un po' più facile. Grazie ad un software sviluppato da Andrea Mangiatordi, ricercatore presso la Facoltà di Scienze della Formazione e collaboratore del Lisp (Laboratorio Informatico di Sperimentazione Pedagogica) dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca, più che navigare, sarà possibile volare' sul web. L'idea di Mangiatordi è un software sviluppato per aiutare le persone con disabilità visive e motorie a muoversi nel web: si chiama "Farfalla" e ha ricevuto anche il premio della giuria alla Microsoft Accessibility Challenge 2011 della conferenza Web4Access.

"Si tratta di una piattaforma aperta ed espandibile spiega lo sviluppatore - in cui è possibile integrare nuove soluzioni in grado di innalzare il livello di accessibilità dei siti web e di offrire agli utenti metodi nuovi per la fruizione e la creazione di contenuti". Il software è costituito da una toolbar aggiuntiva al browser che è possibile attivare con pochi click. Il software è compatibile con tutti i siti web e permette di leggere il testo di una pagina web con caratteri ingranditi e contrasti cromatici personalizzati, ma non solo. L'applicazione web, infatti, fornisce una tastiera su schermo, utile per chi ha delle difficoltà con la tastiera fisica. Gli utenti, infine, potranno personalizzare la toolbar con un proprio profilo che permette di gestire impostazioni preferite.

"La prospettiva da cui il progetto parte è quella di fornire agli utenti strumenti leggeri, flessibili e che non necessitino una vera e propria installazione spiega Mangiatordi -, per essere usabili anche in un sistema di cui non si abbia il controllo completo". Tecnicamente, infatti, il software funziona iniettando' un frammento di codice html in una pagina qualsiasi per richiamare uno script remoto, attingendo ad un database contenente le preferenze dell'utente che consente di lanciare dei plugin con funzionalità diverse e specifiche. "Da alcuni anni dedico parte della mia attività di ricerca allo sviluppo di questa piattaforma' per l'accessibilità web che ha alcune caratteristiche innovative spiega Andrea Mangiatordi -. Il mio progetto, che è open source ed è alla costante ricerca di collaboratori, è nato per aiutare un'amica che aveva disabilità motorie. E il nome Farfalla l'ho scelto proprio perché è stata la prima parola scritta con la tastiera virtuale da questa ragazza".

domenica 26 giugno 2011

APPELLO SULLE MODALITA’ DI SVOLGIMENTO E DI VALUTAZIONE DELL’ESAME FINALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Sindacati La Flc pubblica un appello per chiedere la modifica del DPR 122/2009 nella parte in cui prevede la prova nazionale InValSi come parte integrante dell’esame.
“Vogliamo denunciare l’ingiustizia determinata dal fatto che una singola prova (tra l’altro parziale poiché svolta solo su due materie) possa essere messa sullo stesso piano della valutazione triennale dell’alunno, distorcendo, attraverso il meccanismo delle medie aritmetiche, il processo di valutazione finale.
Invitiamo pertanto i dirigenti, gli insegnanti e i genitori a sottoscrivere questo appello, affinché il regolamento venga modificato e la valutazione finale degli alunni possa tornare ad essere rispettosa del percorso di studi.” (da Flc-Cgil)

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
On. Mariastella Gelmini
Al Presidente della Camera dei Deputati
On. Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica
Sen. Renato Schifani
Al Presidente della Commissione Istruzione Pubblica
e Beni Culturali del Senato
Sen. Guido Possa
Al Presidente della Commissione Cultura,
Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati
On. Valentina Aprea

APPELLO SULLE MODALITA’  DI SVOLGIMENTO E DI VALUTAZIONE
DELL’
ESAME FINALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Noi sottoscritti insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, denunciamo l’incongruenza pedagogica e normativa del meccanismo globale per la costituzione del voto finale dell'esame di Stato della Scuola secondaria di primo grado, previsto dall'art. 3 del DPR 122/2009, e successivamente esplicitato nelle C.M. 49 del 20/5/2010 e C.M. 46 del 26/05/2011.
Tale normativa e le successive indicazioni chiarificatrici a mezzo circolare risultano incoerenti con le  finalità e procedure pedagogiche, più volte indicate dallo stesso Ministero per la Scuola secondaria di primo grado e per l’intero ciclo primario, per quanto attiene la prescrittiva media aritmetica tra giudizio d’ammissione, prove scritte e prova nazionale InValSi, e l’ opportunità che la stessa prova InValSi costituisca parte integrante dell’esame stesso.
Denunciamo quindi la vera e propria ingiustizia che viene perpetrata laddove un voto di ammissione, che rispecchia una valutazione di tre anni ed un percorso globale, individualizzato e personalizzato, che ha attraversato gli otto anni del ciclo primario, è messo sullo stesso piano di una singola prova scritta o di una prova orale. Denunciamo questa inammissibile distorsione della prassi valutativa, in quanto l’elaborazione di un giudizio che tenga conto dell’insieme delle reali competenze acquisite dallo studente, come richiesto dallo stesso Ministero, non può “basarsi su calcoli di tipo statistico”, a maggior ragione in un esame rivolto a studenti e studentesse al termine del ciclo primario.
Siamo altrettanto convinti che la prova nazionale predisposta dell’INVALSI debba ritornare alla sua funzione originaria: quella di supporto alle scuole per individuare punti di forza e di debolezza dell'attività educativa.
Al contrario tale prova, inserita nell’esame conclusivo del ciclo primario, lo stravolge completamente, dando solo l’illusione di una sorta di uniformità a livello nazionale. Riguarda solo 2 materie su 12 (e solo 1/3 delle ore di lezione), turba e altera il rapporto fra studenti-esaminandi e docenti-esaminatori,  distorcendo anche l’immagine dello stesso InValSi .
Al riguardo, evidenziamo che, aldilà di qualsiasi considerazione sulla attendibilità e sulla qualità dei test,  e dei loro  correttori, e sulla valenza di una valutazione nazionale decontestualizzata da differenti retroterra culturali e linguistici, livelli d’ingresso individuali, percorsi individualizzati e personalizzati, le prove InvalSi a tutt’oggi prevedono modalità e tempi di svolgimento assolutamente incongrui con l’età degli esaminandi, costringendo gli stessi ad una frenetica applicazione mentale, in tempi ristrettissimi, su molteplici livelli, completamente diversi e lontani tra loro.
Modalità e tempi forse adeguati ad un adulto, sicuramente non ad un preadolescentente, men che meno ad un esame conclusivo del ciclo primario. L’aver prolungato di un quarto d’ora il tempo a disposizione e l’aver invertito lo svolgimento delle due prove non possono certo mitigare sostanzialmente il problema.
Di conseguenza, la prova InValSi non può e non deve far parte delle prove d’esame.
Per finire, va considerato che, con ben tre o quattro prove scritte, una prova nazionale Invalsi che insiste sempre su lettere e matematica (già valutati in altre singole prove scritte) ed un  colloquio d’esame, gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione risultano più impegnativi di qualsiasi altro esame dell’ordinamento scolastico e non rispecchiano tempi e modalità pedagogiche proprie di tutto il ciclo primario.
Per queste ragioni chiediamo che tale ingiusto meccanismo venga radicalmente modificato, che la prova InValSi non faccia parte delle prove d’esame e che sia garantita agli alunni e alle alunne una valutazione finale che rispecchi realmente il loro percorso di studi.


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